Lo stile fobico

Lo stile fobico

Secondo Bowlby l’attaccamento favorisce la sopravvivenza della specie perchè assicura ai piccoli il mantenimento della prossimità a una base sicura, assicurando così la protezione e l’accudimento. In termini strettamente comportamentali potremmo dire che il sistema d’attaccamento compete con il sistema esploratorio, tanto che l’attivazione di uno comporta la disattivazione dell’altro. Pertanto l’organizzazione del dominio emotivo verrà a dispiegarsi in relazione a due polarità emozionali di base: esplorazione/paura, protezione/curiosità.

Generalmente due tipi di famiglie generano questa modalità di legame:
◦ La famiglia iperpremurosa, che può essere asfissiante ma anche imprevedibilmente discontinua, generando ad esempio iperaccudimento quando il bambino non ne ha bisognoo e scarsa protezione quando ne ha più bisogno. La madre regola la relazione d’attaccamento attraverso il timore vigile che possa succedere qualcosa al bambino, e la grande apprensione manifestata rispetto alle situazioni quotidiane limiterà ulteriormente le capacità esploratorie del bambino.
◦ La famiglia ipercontrollante, della quale fanno parte sia quei genitori che utilizzano le intimidazioni circa la propria incolumità e la propria salute per fini educativi, sia quelle madri che per paura di rimanere sole invertono la relazione con il figlio, mostrandosi bisognose di cure e minaccaiando l’aggravamento e la morte se lasciate sole.

Nel corso della prima infanzia si evidenziano quattro categorie di bambini: coercitivi attivi (minaccianti o aggressivi); coercitivi passivi (disarmanti o indifesi).
Il tema di fondo del bambino coercitivo sembra essere assicurarsi la certezza dell’accesso al genitore, anche attraverso manifestazioni affettive intense ed esagerate, a spese dell’attività esplorativa.
Progressivamente, nel corso della fanciullezza, va sempre più stabilizzandosi un’identità centrata sulla capacità del bambino di coniugare il bisogno d’autonomia con la necessità di protezione.
Emerge così il tema del controllo sulla reltà esterna che si accompagna al controllo sull’interno, che per tali soggetti significa mantenere l’intensità delle sensazioni corporee entro un determinato range, che , se superato, fa scattare l’allarme suscitando paura.

Lungo il versante della costrizione il sentirsi in una situazione in cui non si ha il controllosignifica percepirsi in trappola, generando claustrofobia; sul versante della solitudine percepirsi abbandonato, senza una figura protettiva, dà luogo all’agorafobia. In entrambe le situazioni il quadro può sfociare in un attacco di panico, che diventa così il risultato di tentativi inefficaci di controllare la paura.
Se la permanenza di sè è continuamente modulata attraverso la gestione emotiva della prossimità o della distanza rispetto a una figura significativa, è evidente l’importanza dell’affidabilità dei rapporti affettivi. Per un soggetto tendente a disturbi fobici la costruzione di un legame significativo si basa su un equilibrio dinamico tra la percezione di affidabilità del partener (in modo tale che risulti prevedibile) e il senso di libertà rispetto al legame (tanto da non avvertire costrizioni).

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