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Valutazioni psicodiagnostiche. Gli strumenti psicodiagnostici valutano, possibilmente in termini quantitativi, le espressioni della malattia a livello soggettivo, i contenuti ideativi, i comportamenti osservati ed eventualmente il loro decorso, assicurando una elevata standardizzazione di tutte le fasi del procedimento diagnostico. Tali strumenti, se da un lato rispondono alle esigenze di categorizzazione attraverso le tecniche standardizzate di rilevazione sintomatologica (ad esempio le interviste strutturate), dall’altro, attraverso l’indagine della personalità inserita nel contesto di una relazione, portano un contributo alle esigenze di individualizzazione. E’ necessario, infatti, che l’inquadramento del paziente parta, e non finisca, con la diagnosi clinica, per arrivare a cogliere le peculiarità del singolo.

Sul piano diagnostico, quindi, si tratta di armonizzare ed equilibrare il bisogno di inserire il paziente in una categoria con la necessità di restituirgli poi la sua irripetibile peculiarità, così come, sul piano terapeutico, consente una personalizzazione dell’intervento.

Distinguiamo test cognitivi, test di intelligenza (scala Wais , Stanford-Binet), test per la valutazione del danno cerebrale, test di personalità (MMPI, test proiettivo di Roschach, TAT), test per la valutazione dell’ansia e della depressione (BDI, STAI, SAS, SDS, RDI, SAD, STAS).

Un’utile distinzione è quella tra test monofasici, che valutano un solo aspetto della personalità od una singola dimensione psicologica, e test multifasici che prendono in considerazione più dimensioni psicologiche simultaneamente.

I test multifasici costituiscono un insieme molto eterogeneo. Si spazia, infatti, dai test cosiddetti obiettivi, fino alle tecniche proiettive.

Nei test obiettivi le istruzioni sono chiare, gli stimoli impiegati sono definiti e strutturati, il soggetto deve scegliere la risposta tra un numero limitato di alternative ed infine il sistema di assegnazione del punteggio è rigorosamente stabilito.

Nelle valutazioni psicodiagnostiche che riguardano le tecniche proiettive, invece, si ricorre spesso ad istruzioni succinte e di carattere generale ed all’impiego di stimoli piuttosto indefiniti e ambigui che concedono un ampio margine all’immaginazione del soggetto, rendendo pressoché illimitata la gamma di possibili risposte.

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